autobus e minibus a Salerno per gite di un giorno
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Alcune delle nostre escursioni giornaliere:
Gita prevista sia con bus che in barca.
In barca
Partenza da Salerno per un percorso sottocosta con vista di spettacoli della natura unici al mondo.
Saranno visti dal mare i caratteristici paesini della costiera quali:
· Erchie, con la sua torre situata su una roccia che separa due spiaggette,
· Minori, considerata la piccola perla della Costiera Amalfitana e che conserva tutt’oggi un fascino tutto particolare,
· Atrani, stretta tra alte pareti di roccia allo sbocco della Valle del Dragone, centro costiero che ha meglio conservato le sue antiche caratteristiche topografiche. Con la sua struttura urbana tipicamente medievale, tra vicoletti, archi, cortili, piazzali, con le sue caratteristiche "scalinatelle", sembra un piccolo presepe naturale, dove il mare e quella sua antica configurazione dove le abitazioni sono legate fisicamente tra loro, fanno da magistrale scenografia.
· Conca dei Marini che con le sue case imbiancate a calce, le cupole sparse nel verde degli orti e tra l'argento degli ulivi, adagiate lungo la collina di S.Pancrazio e nei limoneti di Sant'Antonio mostra uno scorcio panoramico di suggestiva bellezza. Il borgo marinaro arroccato nell'ansa del mare, era un piccolo centro marinaro che negli anni Settanta annoverava tra i suoi più affezionati habitués la principessa Margaret d'Inghilterra, che ci giungeva sempre in barca.
· Praiano, antico borgo di pescatori, conosciuto nell'antichità come "Plagianum" e "Pelagianum" era scelto ai tempi dell'antica Repubblica Amalfitana dai notabili come luogo di villeggiatura. Il panorama he si offrirà alla visione sarà sublime: la splendida cornice dei Monti Lattari che cinge Positano, l'arcipelago delle Sirenuse (Isole de Li Galli) che si stacca dal mare e in lontananza la splendida e possente isola di Capri.
· Furore posto su un pendìo intensamente coltivato a vite ed a olivo. Il nome deriva dall’antico Terra Furoris, per quell'assordante frastuono che, nelle notti di tempesta, il mare ed il vento producevano rimbombando contro le alte pareti del suo fiordo. I murales che affrescano la case, gli edifici pubblici e le piazzette di Furore sostituiscono la galleria d'arte contemporanea delle aree metropolitane, inserendosi magistralmente nel paesaggio mediterraneo e arabeggiante della costa, trovando il giusto equilibrio tra terra e cielo.
In Bus
Si farà tappa alla cittadina di Cetara antica roccaforte dei Saraceni nell'842 e nell'879 al tempo dell'assedio di Salerno. Paese di pescatori, ed infatti il suo nome deriva dal latino "Cetaria" o tonnara o da "cetari", venditori di pesci grossi.
Ma le antiche attività marinare e di pesca dei suoi pacifici abitanti sono state più volte, in passato, bruscamente sconvolte. Nell'879 i pirati saraceni la occuparono per usarla poi per alcuni anni come base in terra ferma per le loro razzie lungo il Golfo di Salerno. Conquistata da Amalfi, ne delimitò per molto tempo il confine del territorio ad oriente, poi nel 1551 fu assalita dalle armate turche facendo strage uccidendo chi non voleva imbarcarsi al suo servizio. Dopo il tragico episodio gli abitanti di Cetara si costruirono una possente torre di avvistamento, (attualmente adibita ad abitazione privata) simbolo caratteristico della ridente cittadina.
Maiori , cittadina che può vantare il patrimonio ricettivo turistico-alberghiero più ingente di qualsiasi altra realtà della zona, oltre ad avere tra le sue caratteristiche attrattive una spiaggia e un lungomare (circa 1 Km e mezzo di percorso) che non ha eguali in tutta la Costiera Amalfitana.
La bella forma ad anfiteatro, la grande spiaggia di rena finissima (meta frequentatissima dai tanti turisti che in estate l'affollano), fanno pensare a quanto fosse splendida questa località soprattutto nel Medioevo, quando era circondata e difesa da mura e torri (i cui resti si intravedono in molte parti della città).
Maiori fu ambita da diversi conquistatori: prima il Duca di Benevento, poi i soliti pisani, infine Filippo IV che la nominò "Città Regia". Vi passarono pure i Sanseverino, i Colonna, i Piccolomini e vari ordini di monaci i quali fondarono in questo luogo ben cinque conventi.
A testimonianza di queste vicende restano ruderi di castelli e torri, quali il Castello di San Nicolò de Toro Plano, il Baluardo di San Sebastiano, la Torre Milo e la Torre dei Saraceni.
Purtroppo, però, lo splendore di un tempo è andato in parte aggredito dall'espansione che l'agglomerato urbano ha registrato, soprattutto a causa dell'alluvione del 1954 che devastò il centro cittadino.
Domina l'abitato cittadino la Chiesa di S.Maria a Mare .
Ogni 15 Agosto, con festeggiamenti solenni e diventati ormai una caratteristica quasi "folcloristica" di Maiori, i fedeli ricordano un evento accaduto il 1204, quando alcuni marinai raccolsero in mare una statua della Vergine con parte del carico che una nave, reduce da Costantinopoli e rifugiatasi per una tempesta nelle acque antistante Maiori, fu costretta a gettare. Da allora, ogni anno si ricorda l'evento. La Chiesa, coperta da una cupola maiolicata che la caratterizza, fu edificata nel XII secolo, rifatta nell'Ottocento su disegno di Pietro Valente, ha sull'altare maggiore una scultura lignea del Quattrocento raffigurante la Madonna col Bambino e una piccola, preziosa raccolta di vere opere d'arte, custodita nel Museo della Sacrestia e nella cripta sottostante.
Proseguendo lungo il Corso Reginna Maior, (situato nel centro cittadino) vi è uno degli stabili più antichi e belli della cittadina: il Palazzo Mezzacapo, (oggi sede del Comune), costruito nella prima metà del secolo scorso, presenta all'interno, strutture ed arredi di incomparabile bellezza (di importanza notevole le tele "costaiole" e il salone principale, dove oggi si svolge il Consiglio Comunale). Proseguendo verso la frazione S. Pietro, giunti alla contrada di S. Maria delle Grazie, vi è il Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, di origine medievale ricostruito in tempi più recenti: settecenteschi sono il campanile e la facciata, ma il fonte battesimale e l'acquasantiera sono del Duecento.
Amalfi cittadina che se si guarda dal porto sembra che sia racchiusa nel cavo di una mano. In alto lo scenario dei monti, articolato e mosso da un anarchico fondale punteggiato da case; in basso, una trama pittoresca di vicoli, scale, sino al respiro della grande piazza dove domina maestoso il DUOMO dedicato a S.Andrea, fanno di questa località uno scenario unico al mondo.
La visita ha inizio con i famosi Antichi Arsenali, dove venivano costruite le famose galee con oltre cento remi, destinate ai carichi di spezie, profumi, tappeti e stoffe. A Palazzo Morelli, sede del Comune, è possibile osservare la Tabula Amalphitana, vale a dire il primo codice di diritto della navigazione fissato ai tempi della Repubblica. Si potranno ammirare anche i famosi "cartoni" di Domenico Morelli, pittore tra i più celebrati nell'Ottocento, dai quali furono ricavati i mosaici che ornano il Duomo.
Una visita al Duomo di S. Andrea è d’obbligo. La costruzione è il risultato della sovrapposizione di diversi stili architettonici, dovute a successive ricostruzioni.
Accanto al Duomo è da vedere il Chiostro del Paradiso, costruito nel 1268, che ancora conserva le strutture originarie, caratterizzate da influenze normanne, arabe e bizantine.
Positano, meta ideale per anni di pittori, letterati, musicisti. Antico borgo marinaro, è uno degli insediamenti più antichi della Costiera Amalfitana. Positano non ha mai perso il suo charme e da luogo di "rifugio" è diventato centro turistico tra i più attraenti della Costiera Amalfitana. Boutique coloratissime (che hanno fatto la fortuna della "moda positanese"), ritrovi, alberghi e locali all'aperto, attirano sempre numerosissimi turisti da tutto il mondo.
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Visita degli scavi di Ercolano, città distrutta insieme a Pompei nel 79 d.c. Gli scavi furono scoperti nel 1709. La città, diversamente da Pompei, venne travolta da una pioggia di fango e detriti vulcanici, che diedero luogo, solidificandosi, ad una sorta di banco tufaceo durissimo, altro tra gli 8 e i 10 metri. In questa modo si sono meglio conservati, rispetto a Pompei, le parti superiori delle costruzioni e i materiali organici come il legno, i tessuti e i resti del cibo ecc. Per questo motivo si ha una visione unica della vita privata antica. | |
Tra gli edifici portati alla luce possiamo visitare:
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le Terme Suburbane, che non prevedevano settori distinti per gli uomini e le donne, con nell'atrio una fontana sormontata da un erma di Apollo, sale decorate da stucchi, pavimenti a mosaici e pitture; le anguste vasche, ormai superate, sono sostituite da una grande piscina riscaldata da una grande caldaia in bronzo, alimentata da un sottostante focolare che ci mostra la grande raffinatezza tecnica raggiunta all'epoca. | |
| Nel pomeriggio escursione fino al Monte Vesuvio a 900 m. d’altezza. Si sale per il sentiero che porta al cratere del Vesuvio.
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Nel verde della catena degli Alburni, in un suggestivo anfiteatro, sono situate le Grotte di Pertosa risalenti a circa 35 milioni di anni or sono.
Esse sono conosciute anche come grotta dell'Angelo o di San Michele.
Tutta la stupenda scenografia scavata nella roccia e' l'antico percorso di un fiume sotterraneo che da studi fatti risulta abitato nel periodo Neolitico ed Eneolitico e divenne luogo di culto nel secolo XI.
Esse furono abitate fino all’età del Bronzo, come testimoniano i resti di palafitte rivenuti nel 1897.
Le grotte sono state esplorate solo in parte e sono visitabili solo per 2.560 mt.
Sono formate da gallerie, cunicoli ed immense caverne che si caratterizzano per la bellezza delle conformazioni di stalattiti e stalagmiti.
La loro caratteristica le rende uniche in Italia.
Dall'ingresso delle grotte una zattera conduce alla prima caverna con numerose stalattiti e una pittoresca cascata; da qui la grotta si divide in tre rami (i piu' interessanti sono il braccio della Sorgente e il braccio Principale che a sua volta si apre in varie diramazioni). Lungo il percorso meritano attenzione il Braccio delle Meraviglie con ricchissime e fragili concrezioni, la suggestiva sala della Madonna e la sala delle Spugne o delle Vergini, le cui concrezioni sono straordinariamente pure.
Per accedere alla zona percorribile a piedi, occorre attraversare in zattera uno splendido laghetto originato dal fiume Negro.
Inoltre la cascata sotterranea generata dallo stesso fiume scolpite dalla fantasia della natura formano uno spettacolo unico e straordinario.
Visita alla città medioevale di Teggiano, cittadina che domina dall’alto di una collina tutto il Vallo di Diano.
La piccola cittadina ha conservato numerose tracce del suo passato, a cominciare dai corredi tombali con reperti ceramici del VI secolo a.C. e continuando con statue, avanzi architettonici, mosaici e iscrizioni dell'epoca romana .
· resti dell'età romana murati sulle facciate delle case,
· artistici portali di dimore signorili sormontati da stemmi gentilizi,
· pregevoli chiostri ornati di stupendi affreschi,
· edicole votive
· un monumentale portico quattrocentesco che per secoli è stato il Sedile dove si riuniva il Parlamento della città.
Il paese (che ora fa parte del Parco del Cilento e del Vallo di Diano) ha comunque una conformazione urbanistica tipicamente medievale con l'abitato che si rinserra intorno al monumentale Castello appartenuto nel medioevo ai Sanseverino principi di Salerno.
Antonello, Proprio in questa fortezza nel 1485 Antonello, uno dei Principi di Sanseverino, organizzò la famosa Congiura dei Baroni e nel 1497 vi sostenne l'assedio del re di Napoli Federico d'Aragona venuto con un potente esercito per catturare il ribelle principe di Salerno.
L'antico centro, che ora è sede della Diocesi di Teggiano-Policastro un seminario fondato nel 1564, ha numerose chiese medievali ed ex conventi ricchi di opere d'arte dovute ad artisti famosi come Melchiorre di Montalbano, Tino da Camaino, Giovanni da Nola, Andrea da Salerno.
Inoltre offre al visitatore la possibilità di visitare due Musei: quello Diocesano e quello della Civiltà Contadina.
Non meno suggestivo è l'aspetto paesistico di Teggiano, con belvederi dai quali si ammira la Valle sottostante solcata dal fiume Tanagro e trapuntata di altri antichi centri abitati, tra i quali si distingue nettamente Padula con la sua Certosa.
Teggiano ha un fitto calendario di feste religiose, tra le quali la più importante è certamente quella di San Cono, protettore della città. Poi nel mese di agosto si svolge l'ormai famosa festa medievale denominata " Alla tavola della principessa Costanza" e organizzata dalla Pro Loco, con l'affluenza di migliaia di visitatori, i quali hanno la possibilità di assaggiare le antiche e gustose pietanze locali.
Al termine trasferimento per consumare il pranzo in un caratteristico ristorante del posto a base di succulente pietanze locali.
Nel pomeriggio visita della Certosa di Padula, fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsicio e padrone del Vallo di Diano, potente patrizio fedele agli Angiò, e donata all’ordine dei Certosini. In quel tempo gli ordini monastici erano particolarmente organizzati per i lavori di bonifica e coltivazione del territorio.
In cinquecento anni, fino al 1806, anno in cui fu assalita e depredata dalle milizie napoleoniche, la Certosa originaria era andata arricchendosi con nuove parti architettoniche, statue, giardini, opere d'arte, un immenso patrimonio librario e grandi possedimenti di terreno. In pratica una grande azienda in cui i certosini organizzavano nel territorio la produzione agricola e tutte le attività artigianali ad essa in qualche modo connesse, mentre i monaci di clausura producevano e commissionavano arte e cultura.
Ha una superficie di 5.300 mq ed è la più grande d’Italia e la seconda in Europa. Dedicata a S. Lorenzo la sua costruzione durò per diersi secoli.
Nella Certosa sono custoditi innumerevoli opere di elevato valore artistico ed architettonico.
Oltre agli ambienti di culto, con le splendide decorazioni scultoree, di stucco, di tarsie marmoree in pasta di polvere di marmi pregiati, di mobili e arredi sacri, si visita anche una delle numerose celle dei monaci, per rendersi conto di qual era la loro vita di studio e meditazione, i diversi chiostri e la cucina.
In alcuni ambienti della Certosa fu girato molti anni fa il film - favola di Francesco Rosi "C'era una volta...", con Sophia Loren e Omar Sharif, se lo avete visto riconoscerete sicuramente la grandiosa cucina, con il camino ampio come una stanza; le botti attualmente nella cantina sono quelle che furono fatte in occasione del film.
Altra cosa che forse vi incuriosirà è lo strano, grande marchingegno in ferro che si trova nel cortile di accesso: è stato realizzato nel 1996, allo scopo di cuocere e rigirare una frittata di 1000 uova. Si tramanda infatti una leggenda secondo cui nel 1534 Carlo V fu ospite dei certosini, i quali in suo onore prepararono appunto una frittata di mille uova. Attualmente, dal 1996, ogni anno, nel mese di settembre, nel corso delle manifestazioni che accompagnano la sagra del cinghiale viene riproposta la mega-frittata che viene offerta ai partecipanti durante i festeggiamenti.
L’incanto che suscita la visita è indescrivibile. Ogni angolo cela nuove suggestioni e riporta alla mente tempi antichi ed una confortevole pace monastica.
NAPOLI VISITA DELLA CITTA’
La prima parte dell’escursione sarà a piedi in maniera tale da godere degli innumerevoli tesori che la Vecchia Napoli nasconde agli occhi di molti.
Saranno visti il Duomo e la cappella di San Gennaro; il decumano Maggiore con visita della Chiesa di San Lorenzo Maggiore; la stradina di S. Gregorio Armeno, animata di botteghe artigiane dove si perpetua la tradizione del famoso Presepe Napoletano, Spaccanapoli e piazza San Domenico; la Cappella San Severo per ammirare una delle più belle statue del mondo, il Cristo Velato, opera di Giuseppe Sammartino; il Decumano Inferiore fino ad arrivare al complesso monumentale di S. Chiara. Visita alla chiesa e al famoso Chiostro maiolico.
In pullman si passerà a visitare quella che viene riconosciuta come la parte panoramica della città:
Infine ci si fermerà a Margellina per poi proseguire lungo via Partenope fino a S. Lucia dove si potrà vedere il Castel dell’Ovo ed il borgo Marinaro per terminare l’escursione.
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